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martedì 6 marzo 2012

Recensione: Dracula di Bram Stoker

Dracula di Bram Stoker

Titolo: Dracula
Titolo originale: Dracula
Autore: Bram Stoker
Editore: Mondadori
Letto in cartaceo

Scritto da Bram Stoker nel 1897, fin dal suo primo apparire Dracula ha fornito l'archetipo alle numerose storie di vampiri che si sono succedute nella letteratura e nel cinema. Ispirato alle figure storiche del principe romeno Vlad II detto Dracul («il diavolo») e di suo figlio Vlad III, l'Impalatore, Dracula-Nosferatu (colui che non muore, il morto vivente) è un personaggio più che mai inquietante. Nel tratteggiarlo Bram Stoker ha dato fondo a tutte le risorse della sua fantasia e a tutti gli espedienti di un calibratissimo mestiere. Da queste pagine si sprigiona così una magia che giunge fino alle soglie dell'incubo.
Dracula rappresenta infatti in modo del tutto originale l'eterna vicenda della lotta tra il Bene e il Male, sullo sfondo di una storia che scaturisce direttamente dall'inconscio e, come tale, parla in termini che si impongono immediatamente alla fantasia di ciascuno di noi, per entrare nei nostri sogni più spaventosi. Né bastano esorcismi razionalistici a toglierle l'irresistibile suggestione, la possente ossessività che la pervade.

La mia opinione...
Ricordo ancora con estrema chiarezza quando comprai il mio primo libro sui vampiri. Avevo 17 anni e mi trovavo a Firenze insieme a una mia amica e quando la copia di Dracula mi scivolò tra le mani ero felice come se avessi ricevuto un paio di scarpe nuove. Al ritorno a casa, in treno, cominciai a leggere le prime pagine di questo romanzo e mi immedesimai subito in Jonathan Harker, che stava proprio viaggiando in treno per raggiungere Castel Dracula, in Transilvania. Immedesimata totalmente nelle tetre atmosfere della Romania non mi vergogno a dire che ero talmente spaventata dalla storia che mi vedevo il celebre vampiro attaccato in ogni punto dei muri di casa mia. Questo, e il desiderio di preservare la mia sanità mentale, mi spinse a chiudere il libro e a non riprenderlo tra le mani per un bel po’.
Dopo un po’ di anni mi decisi a guardare il film diretto da Francis Ford Coppola e… Boom!
Completamente folgorata!
L’amore tra Dracula e Mina mi ha fatto venire i brividi tanto che alla fine facevo il tifo per l’affascinante vampiro della Transilvania. Questo sentimento per l’ammaliante conte mi ha spinto a riprendere in mano quel volume che avevo abbandonato e a ricominciarne la lettura.
Dracula è molto diverso da come me lo aspettavo. Redatto sotto forma di pagine di diari dei vari personaggi, lettere e telegrammi che gli stessi si scambiano racconta essenzialmente l’insediamento del celebre conte della Romania che decide di lasciare le sue solitarie terre per trasferirsi in una Londra sicuramente più affollata. Qua il comitato di accoglienza non è tra i più benevoli e non possiamo certo dargli torto dato che il Conte non è propriamente approdato in Inghilterra per una gita turistica.
A fronteggiarlo si ritroverà un gruppo di uomini capeggiati dal celebre Van Helsing…
Ora, sorvoliamo sul fatto che ho trovato lo stile alquanto pesante, e il che potrebbe anche essere normale dato che è stato scritto alla fine del 1800, sinceramente mi aspettavo qualcosina di più.
Sono un’inguaribile romantica, lo ammetto, di quelle che vogliono l’happy end sempre e comunque perciò mi sono trovata completamente spiazzata nel non trovare quell’amore eterno tra Mina e Dracula che tanto mi aveva affascinata e di cui avevo tanto sentito parlare.
Qua a Dracula non gliene frega nulla di nessuno, nessuna delle scene dolcissime che mi hanno fatto sciogliere nel film con Gary Oldman. Questa cosa mi ha deluso come una bambina che aspetta la bambola che gli è stata promessa e che non arriva mai.
Perciò ora mi chiedo: MA DA DOVE E’ NATA LA STORIA DELL’AMORE ETERNO TRA IL CONTE E MINA???????

Giudizio finale:
meno meno

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